29/01/2018
ETICA IN COMUNICAZIONE
La pubblicità ognuno sceglie di farsela o farsela fare da chi crede e come crede. Ci mancherebbe.
Ma personalmente e professionalmente, oltre ad essere un detrattore delle idiozie e dei contenuti squalificanti che il popolo della pubblicità sdogana sempre più spesso, sono anche un nostalgico protettore di quelle pubblicità che rispettano il mestiere e le qualità che lo dovrebbero popolare: per questo, fra i tanti ammonimenti che diffondo da questa “postazione”, suggerirei a tutto il comparto dell’adv anche di derubricare dall’elenco delle pubblicità ogni annuncio che promuova il prezzo e non le qualità del prodotto o del servizio. Quella non è pubblicità. È poco più di un cartellino del prezzo. Un cartellino costosissimo, spesso stupido e leziosamente logorroico, che denuncia un terrore, l’unico che sembra capace di non far dormire chi dirige un’azienda all’ultima spiaggia: quello di non vendere, di restare con i magazzini pieni, di dover fermare la produzione e, soprattutto, di non potersi permettere di cambiare la fuoriserie.
Certe deleghe, certi passaggi di mano, abbassano sempre più frequentemente il livello delle priorità che certi imprenditori “di un tempo” possedevano, al punto che si allunga l’elenco delle aziende padronali che rischiano di sparire o di fallire durante la fase di passaggio generazionale o di affidamento a sedicenti manager che si rivelano, alla fine di conti, dei contabili che operano troppo spesso “pro domo loro”. Che ci sia una crisi diffusa e che questa intacchi anche la considerazione dei valori (non chiedetemi quali valori per favore) è sotto gli occhi di tutti. Forse è più prudente dire “sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere”. Lo possiamo osservare dalle persone le cui priorità diventano sempre più materiali … e questo accade perché all’orizzonte non si profilano figure concretamente capaci di far sviluppare negli altri priorità più solidali e rivolte ad un’evoluzione che sia di tipo umanista … anche quando si fa commercio. Per farlo non servono mica risorse particolari! Basterebbe usare quelle che oggi contribuiscono invece a realizzare il nulla che ci circonda, il vuoto … ricordate Gmork?! La belva nera in “La storia infinita”? Ecco quel vuoto lì deve trovare un’opposizione (questo il link https://www.youtube.com/watch?v=8fld1E-b4Go ). Di conseguenza al vuoto che avanza e che pervade fasce sempre più ampie di persone, anche le aziende sbragano più o meno elegantemente nella loro comunicazione, ammettendo implicitamente che il loro prodotto non è poi così rilevante, buono, utile, sensato … Lo è di più la possibilità di ottenere il vostro denaro.
Guardate bene le pubblicità degli ultimi anni come si sono spostate verso il prezzo. Le aziende si dimostrano disposte a tutto. Trattano con noi tramite i vari mezzi sostanzialmente puntando sul denaro … sul nostro denaro … e ormai non lo nascondono più … fanno quello che un tempo facevano solo i famosi mercanti marocchini. Sono disposte a darvi il doppio dei prodotti rispetto a ieri, a darvi automobili a rate, a suggerirvi che in fondo perché comprare una cosa che puoi anche solo noleggiare a lungo termine anche se a carissimo prezzo, a darvi un divano in omaggio se comprate una poltrona, a regalarvi un condizionatore se ne comprate un altro, ad accettare che gli cediate anche solo un quinto di quel che avete, a farvi mille regali altrimenti costosissimi aggiungendoli al prodotto principale, a farvi uno sconto mai visto e mai richiesto … solo per oggi, fino a domani, entro il week end, siamo aperti … basta che ci restituisci i soldi dello stipendio. Creativi eh?! Triste eh?!
Pietro Greppi
Ethical advisor e fondatore di Scarp de’ tenis