06/04/2020
Ognuno di noi prima o poi si chiederà che fine faremo come specie se non troveremo la ragionevolezza di una vita sostenibile su questa Terra. L’ambiente che ci ospita e che noi continuiamo a gestire male, come se non ne facessimo parte, è un organismo complesso più grande di noi … con noi dentro. Un organismo che guardiamo con occhi limitati dalle nostre dimensioni e da una forte irrazionale presunzione. Siamo indiscutibilmente parte di questo organismo, eppure ci comportiamo come se fossimo un’entità ad esso superiore.
Basterebbe che avessimo il coraggio di vederci nelle reali proporzioni per renderci conto che questo corpo pulsante, di forma sferica, che definiamo con guizzi creativi “Madre Terra”, è molto probabile che si comporterà nei nostri confronti, prima o poi, non come una madre tollerante, bensì come fa ogni forma di vita, inclusi noi stessi, davanti ad una minaccia. Forse lo sta già facendo.
Questo periodo così allucinante per tutti mi ha fatto ricordare un’interessante e suggestiva riflessione dell’autore di un libro. Non ricordo né il titolo, né il nome di chi lo ha scritto, ma ricordo bene il contenuto. Descrive una vicenda reale, accaduta in Africa alcuni anni fa (recentemente ripetutasi). L’autore, che è anche un medico, descrive un particolare periodo di quando si trovò suo malgrado a gestire l’improvviso manifestarsi del virus ebola in un territorio da lui presidiato per motivi scientifici di ricerca. Il racconto è impressionante, tanto che, inevitabilmente, da quel libro sono stati poi tratti alcuni film che ne hanno riprodotto la drammaticità. Prima di quel libro non avevo mai considerato virus, epidemie, etc. pensando al mondo infinitamente piccolo che ci circonda e che è presente anche in noi. Sono quelle cose di cui senti parlare anche spesso, ma che percepisci come molto lontane da te. Come tutte le disgrazie che, finché non ti toccano da vicino, proprio non le consideri. Tornando al libro, l’ipotesi suggestiva di questo medico, davanti a quella tragedia, è che l’ambiente di cui facciamo parte integrante è un grande organismo vivente. Noi che lo abitiamo siamo poco consapevoli e poco coscienti del fatto che, come tutti gli organismi, anche la Terra ha dei sistemi di controllo che ne bilanciano i cicli di vita tendendo a riportare tutto in equilibrio. Tutto. E come noi, anche la Terra ha delle difese “immunitarie”. Come fa il nostro corpo quando un qualunque microbo lo attacca, per destabilizzarne l’equilibrio vitale, anche la Terra quando viene aggredita nei suoi equilibri fa entrare in funzione i suoi anticorpi. A volte sono veloci e violenti. A volte non li vedi arrivare perché il bilanciamento che viene costantemente messo in atto ha una progressione lenta e mai sempre uguale. Si tratta di sinergie complesse e a noi solo in parte note o evidenti.
La suggestiva e neppure troppo fantasiosa idea dell’autore, che condivido, è quindi che i virus sono solo alcune delle manifestazioni di una precisa reazione dell’ “organismo Terra”. Sono anticorpi di cui essa dispone per ostacolare o sbarazzarsi di quel suo inquilino scomodo, aggressivo, invadente e pericoloso chiamato essere umano.
Come non essere colpiti da questa immagine?! E come non riflettere su quanto basti poco per cambiare tutto?! Un invisibile esserino, dotato di un’intelligenza primitiva e di un potente ed efficace istinto di sopravvivenza, penetra velocemente nella nostra quotidianità, sgretolando con pochi ma efficaci segnali la nostra sicumera di esseri creativi, costringendoci a ritrovare la semplicità e la lentezza. Osservando con un pensiero laterale ciò che questo virus sta provocando in tutto il mondo, potremmo considerarlo come un consulente indesiderato e ingombrante che però con una tecnica convincente e dolorosa ci sta dimostrando che si può cambiare. Le scelte che siamo costretti a fare oggi, ci renderanno più consapevoli di comportamenti che dovremo considerare di adottare anche in futuro, anche se auspicabilmente in forma meno estrema. Forse questo è il momento per verificare anche se sia davvero l’intelligenza artificiale la fonte di soluzioni alternativa alla nostra intelligenza emotiva.
Pietro Greppi
ethical advisor e fondatore di Scarp de tenis